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E’ la nota dolce e malinconica che accompagna le ultime giornate.
Non mi sento felice e nemmeno depressa, semplicemente in attesa di. Di scarpe fradice che aprono la via alle foglie arancioni di querce ed aceri. Di un ottobre rubino dai contorni dorati e di un notturno schietto quasi sfacciato. Di un pensiero molle che scivola tra la pelle, e di uno sguardo insolente che mi osserva di nascosto.
(E nel frattempo sguscio nei chicchi di melograno che schioccano sul palato)
Lascia che le parole mie scendano e ti ricoprano
come una pioggia di foglie su un campo di neve,
come la statua l’edera, come l’inchiostro questo foglio.
Braccia, cintura, collo, seno, la fronte pura come il mare,
la nuca di bosco in autunno, i denti che mordono un filo d’erba.
Octavio Paz