Tag
Fuori i rumori delle cicale si sentono fortemente anche in città. La calura è tremenda ed io mi muovo con parsimonia. Le tende sono ferme, un po’ come me.
Ché io sarei anche tornata puntuale il 27 (aprile).
Poi ho passato giornate dagli occhi vivi e serate intere a far l’amore con i colori riorganizzando foto. Giorni con un nome e mani ferme, labbra socchiuse e sospiri toccata dalle luci, e non solo quelle dell’alba, mentre ripetevo ad alta voce non ho voglia di parlare adesso.
Certi viaggi ti restano dentro più di altri, soprattutto quando hai delle aspettative verso un posto e questo si rivela non all’altezza bensì oltre.
Ho trascorso le giornate pensando ai particolari e mettendo a fuoco nella mente immagini che non volevo perdere.
Perché quando la tua prima colazione la fai nello Starbucks delle Trump Tower e pensi sia impossibile, per te, essere lì ed in quel momento il sottofondo musicale è My Way di Sinatra, la canzone che più di ogni altra ha legato te ai tuoi genitori, i segni sono evidenti.
E ti fanno pensare così a lungo da non accorgerti che i mesi scivolano come sabbia tra le mani.
[Bambina ritorni verso casa, con un desiderio struggente di notti lunghe e morbide come la stanchezza]